Provincia autonoma di Trento

Modificazione delle capacità lavorative

Difficoltà di ricollocazione lavorativa delle persone che, a causa di un infortunio, di una malattia professionale o dell'invecchiamento, vedono ridursi o modificarsi le proprie capacità lavorative

Tra gli ambiti di approfondimento individuati dal "Programma provinciale di legislatura in materia di salute e sicurezza sul lavoro – Anni 2015-2018", approvato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 1941 del 2 novembre 2015, vi è quello relativo alle difficoltà di ricollocazione lavorativa delle persone che, a causa di un infortunio, di una malattia professionale o dell'invecchiamento, vedono ridursi o modificarsi le proprie capacità lavorative.

Al fine di individuare possibili strumenti e misure per affrontare queste difficoltà lavorative è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro, sottogruppo del Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Al gruppo di lavoro, che si è insediato il 9 settembre 2015, hanno partecipato rappresentanti della Provincia (Dipartimento salute e solidarietà sociale, Servizio lavoro, Agenzia provinciale del lavoro), dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, dell'INAIL – Direzione provinciale di Trento, della Cisl Trentino, dei medici competenti, dell'Associazione artigiani e piccole imprese della provincia di Trento, dell'Unione provinciale istituzioni per l'assistenza e di Confindustria.

Il gruppo di lavoro ha analizzato i dati disponibili, confermando e sottolineando come la problematica costituisca un tema di sicura rilevanza e priorità anche per il territorio provinciale.

L'analisi dei dati delle comunicazioni dei medici competenti (articolo 40, comma 1 del D.Lgs. 81/08) fornita dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari sulla sorveglianza sanitaria, mostra che circa il 25% dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria ha delle limitazioni all'idoneità lavorativa permanenti (percentuale maggiore di quella riscontrata a livello nazionale) e che i lavoratori non idonei sono circa lo 0,2%.

A ciò si aggiunge il problema dell’invecchiamento della popolazione lavorativa, ben documentato in letteratura sia in ambito nazionale che in quello internazionale. Il cambiamento demografico a cui stiamo assistendo è riconosciuto anche nella politica dell’Unione Europea come una delle principali sfide dei prossimi anni: si stima che entro il 2030 circa il 30% o più della forza lavoro sarà rappresentata da lavoratori con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni. Questo dato, accentuato dall’aumento dell’età pensionabile in molti Stati membri, impone anche un ripensamento delle condizioni di lavoro, al fine di verificare se le misure di prevenzione in essere – e spesso tarate su un “lavoratore standard” - si mantengano adeguate anche per una popolazione lavorativa con età più avanzata.

La Commissione europea e l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, in collaborazione con la presidenza olandese dell’Unione Europea, hanno sottolineato l’importanza di promuovere un lavoro sostenibile e un invecchiamento in buona salute e lo hanno fatto attraverso la campagna informativa “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”, che ha avuto avvio il 15 aprile 2016 e il cui obiettivo è quello di promuovere il lavoro sostenibile e la sicurezza e salute sul lavoro nel contesto dell’invecchiamento dei lavoratori, nella convinzione che anche in questo modo si garantiscano luoghi di lavoro sani e sicuri per tutte le età.

Il problema della tutela del lavoratore “anziano” si pone pertanto non solo quando questi, per sopraggiunte patologie sviluppi una condizione di limitata idoneità psicofisica al proprio lavoro, ma anche quando il lavoro – per effetto del fisiologico invecchiamento del lavoratore - venga a costituire un rischio aggiuntivo per quel lavoratore rispetto ai colleghi più giovani.

In ogni caso, sia per il lavoratore non idoneo o con idoneità limitata che per il lavoratore anziano, si pone una questione di appropriata collocazione in un ambito lavorativo, anche attraverso un adeguamento dei luoghi, delle attrezzature o dell’organizzazione del lavoro.

I lavori del gruppo si sono dapprima focalizzati sull’individuazione di azioni concrete attraverso cui fornire ai datori di lavoro degli strumenti di intervento da poter applicare alla propria realtà produttiva.

Il primo intervento attuato riguarda una collaborazione tra l'INAIL – Direzione provinciale di Trento e l'Agenzia del lavoro, finalizzata al reinserimento lavorativo e, in particolare, alla conservazione del posto di lavoro per gli infortunati che, a seguito di evento grave, abbiano riportato disabilità permanenti.

Attraverso questa collaborazione l’Agenzia del lavoro si impegna a comunicare all’INAIL le eventuali nuove iniziative poste in essere in materia nonché le informazioni relative ad eventuali interventi di tutoraggio in azienda destinati a soggetti ricollocati al lavoro che siano infortunati/tecnopatici assistiti dall’Istituto. L’Agenzia del lavoro inoltre si impegna a collaborare con l’INAIL per la realizzazione di progetti di formazione/professionalizzazione di assistiti finalizzati al reinserimento lavorativo o al mantenimento del posto di lavoro, anche consentendo l’accesso a corsi o percorsi di tutoraggio finanziati dall’Agenzia.

L’INAIL invece si impegna a collaborare con l’Agenzia del lavoro per la diffusione delle informazioni riguardanti gli interventi proposti da quest’ultima e si rende disponibile a diffondere presso i propri assistiti e i loro datori di lavoro le informazioni riguardanti il contributo erogato dall'Agenzia del lavoro per l'adozione, ai fini del mantenimento del posto di lavoro delle persone disabili in costanza di rapporto di lavoro, di modifiche organizzative, anche relativamente alle mansioni affidate (“Incentivi per la conservazione dell’occupazione a favore delle persone con disabilità” - Documento degli interventi di politica del lavoro 2015/2018).

Il gruppo di lavoro provinciale ha poi effettuato una ricognizione delle iniziative in essere in materia, che è stata raccolta in una “Guida ai servizi attivi in provincia di Trento per favorire il mantenimento del posto di lavoro in presenza di una riduzione delle capacità lavorative”, che vuole fornire un quadro degli interventi attivi in provincia di Trento in questo contesto e contiene, oltre che la specificazione degli interventi esistenti in Provincia, anche alcuni suggerimenti utili per i datori di lavoro al fine di gestire le situazioni in cui un lavoratore acquisisce una disabilità che non gli permette o gli rende difficile continuare a svolgere il proprio lavoro.

La Guida è stata poi ripresa e rivista dal gruppo di lavoro, focalizzando l’attenzione anziché sulla riduzione delle capacità lavorative sull’invecchiamento dei lavoratori. All’opuscolo, così ripensato, è stato dato il nuovo titolo “Lavoro e invecchiamento – Alcuni suggerimenti per creare un ambiente di lavoro sano e sicuro per ogni età”.

Il libretto vuole essere uno strumento di supporto per i datori di lavori, contenendo, da una parte, alcuni suggerimenti utili per affrontare il tema dell'invecchiamento della forza di lavoro in azienda e, dall'altra, il dettaglio delle agevolazioni a cui è possibile accedere nel caso di presenza di una riduzione delle capacità lavorative del personale.

Nell'opuscolo viene evidenziato come sia importante affrontare l'aspetto dell'invecchiamento della forza lavoro prima che subentrino limitazioni o modificazioni delle capacità lavorative del personale, creando ambienti di lavori che possono prevenire o ridurre eventi dannosi i quali, quando accadono, possono necessitare di interventi urgenti a volte di difficile realizzazione. In altre parole è opportuno agire per creare ambienti di lavoro in cui promuovere l'adozione di stili di vita sani, attraverso i quali poter prevenire l'insorgenza di malattie.

Viene inoltre sottolineato come l'invecchiamento si accompagna anche al miglioramento di molte funzioni, come la crescita mentale (pensiero strategico, saggezza, ecc...), esperienza e professionalità, capacità di cooperazione, ecc... e come i lavoratori anziani possono imparare cose nuove, acquisendo nuove competenze.

Anche il ruolo della sorveglianza sanitaria risulta essere estremamente importante, perché attraverso una sorveglianza sanitaria adeguata è possibile prevenire eventuali peggioramenti dello stato di salute dei lavoratori e proporre interventi migliorativi o di adeguamento dell'ambiente di lavoro.

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